La didattica a distanza è un male perché è fonte di disuguaglianza tra i bambini
Nell’altro post ho mostrato la scala di efficacia della comunicazione associata ad alcuni strumenti che per comodità riporto qui.

1 – supporti cartacei (libri)
2 – registrazioni audio
3 – conversazioni via email (forum, post sui social)
4 – registrazioni video
5 – conversazioni telefoniche (audio conferenza)
6 – conversazioni con video (video conferenza)
7 – conversazioni faccia a faccia
8 – conversazioni faccia a faccia con lavagna.
Sorge una domanda in merito alla Didattica a Distanza (6-conversazioni con video alias video conferenza) e alla didattica in presenza (8 – conversazioni faccia a faccia con lavagna)…
Chi compensa la mancanza di efficienza tra i due strumenti?
A questa domanda due risposte:
Nessuno, il bimbo affronta da solo la lezione e anche i compiti.(per quanto riguarda la scuola elementare non è caso di esame)
Oppure il genitore.
Ma vediamo come il genitore si destreggia nel colmare questa mancanza di comunicazione data dalla differenza dei due strumenti .
Primo modo:
Interferendo nella lezione con suggerimenti, interventi, commenti etc.
Per questi genitori la didattica a distanza è la soluzione di tutti i mali perché è vero che li tiene impegnati mezza giornata ma finita le lezione si tratta di fare qualche compitino (che svolgono loro stessi per il figlio) e per il resto sono liberi, generando una diretta maggior soddisfazione dei bambini.
Secondo modo:
il genitore ricorda al bimbo di non distrarsi, di rimanere attento durante la lezione.
Per questi genitori la didattica a distanza mostra tutti i limiti del caso, perché se anche riescono a tenere attenti i figli durante la lezione (qualche genitore lo deve fare anche più di due figli), dopo nello spirito con cui viene fatto l’insegnamento dovrà supportare il bimbo durante i compiti a casa cercando di non fornire la pappa pronta ma di stimolare il ragionamento del bimbo in modo da sedimentare correttamente la conoscenza.
I bambini sono generalmente poco soddisfatti perché la comunicazione è ingessata e non vedono l’ora di tornare a scuola.
[Ecco perché sono un grande sostenitore del tempo prolungato, il supporto al bambino viene dato da un professionista dell’insegnamento (maestro/maestra) anche per lo svolgimento dei compiti]
La didattica a distanza è un male perché la mancanza di efficienza dell’insegnamento è scaricata nel migliore dei casi su un genitore volenteroso ma di certo non un maestro/a, mentre nel peggiore dei casi
(dove il genitore sollecita interventi del figlio durante la lezione solo per far vedere che è più sveglio degli altri e consegna compiti perfetti perché li ha fatti lui genitore)
la mancanza di efficienza si scarica direttamente sul bambino che, se anche formalmente va bene a scuola, in realtà appena metterà piede in un’aula avrà bisogno di una insegnate di sostegno.
La didattica a distanza è un male perché è fonte di disuguaglianza tra i bambini e più precisamente tra quelli che hanno i genitori con competenze di insegnamento/educazione o che possono permettersi una “tata” qualificata in tal senso per poter seguire i figli e quei bambini che hanno genitori che pur rendendosi conto di non essere adeguati al compito non hanno le competenze di insegnamento/educazione ne le risorse per potersi permettere qualcuno di qualificato.
La scuola è sempre stato il più grande strumento di uguaglianza nella società, tutti i bambini possono attingere alla conoscenza dalla stessa fonte, ma quando viene fatta con la didattica a distanza viene squalificata ad un semplice corso online allora tanto vale usare la stessa logica, chi ha più soldi si compra il corso migliore!
Vogliamo veramente questo? E dico vogliamo perché con le nostre scelte determiniamo il futuro, il futuro non arriva mai da solo.
Sono un sviluppatore web.
La tecnologia che uso è quella di Microsoft (.NET MVC, .NETCore…)
Nella mia carriera ho ricoperto varie funzioni all’interno del team di sviluppo a partire dalla parte grafica con AngularJs/Angular8 e finendo con il coordinare il team da Business Owner (Agile/Scrum).
Ho tenuto diversi corsi di formazione e avvicinamento alla professione per giovani talenti; ho scoperto con stupore di avere una naturale propensione a questo tipo di attività a cui sicuramente darò seguito.
Nel team attualmente sono un developer, un po’ perché mi piace, un po’ perché così riesco a tenere sempre aggiornate le mie competenze.
Lavoro solo in consulenza e a progetto.